1926 musica

testo e musica di Umberto Fiori e Pino Martini

Come un santo patrono      
salutato da grida e botti
si affaccia dal balcone      
l’assassino di Matteotti.

Tempi di sangue      
e smorfie da pagliaccio,
tempi di favole,        
di incendi e di minacce.

Anche a Cagliari, ci vuole     
una lezione per chi resiste.
Si radunano i fascisti            
coi bastoni e con le pistole.

“Abbasso Lussu,       
nemico dell’Italia!
A morte Lussu!”,     
strepita la canaglia.

La casa è al primo piano,  
la marmaglia l’ha circondata.
Dentro, solo il capitano:
è calmissimo, a mano armata.

Un disgraziato       
si arrampica dal terrazzo.
Suona uno sparo:   
si svuota tutta la piazza.

Arriva il commissario:
“Onorevole, polizia!
Apra subito la porta!     
E’ in arresto, su, venga via…”

Giustizia è fatta: la vittima è in prigione,
i farabutti preparano un’altra azione.

A novembre la nave  sta salpando per il confino.
La incrocia un pescatore, riconosce il concittadino,

grida: “Viva chi lotta e chi non si rassegna.
Evviva Lussu! Evviva la Sardegna!”