testo e musica di Umberto Fiori e Pino Martini
Come un santo patrono
salutato da grida e botti
si affaccia dal balcone
l’assassino di Matteotti.
Tempi di sangue
e smorfie da pagliaccio,
tempi di favole,
di incendi e di minacce.
Anche a Cagliari, ci vuole
una lezione per chi resiste.
Si radunano i fascisti
coi bastoni e con le pistole.
“Abbasso Lussu,
nemico dell’Italia!
A morte Lussu!”,
strepita la canaglia.
La casa è al primo piano,
la marmaglia l’ha circondata.
Dentro, solo il capitano:
è calmissimo, a mano armata.
Un disgraziato
si arrampica dal terrazzo.
Suona uno sparo:
si svuota tutta la piazza.
Arriva il commissario:
“Onorevole, polizia!
Apra subito la porta!
E’ in arresto, su, venga via…”
Giustizia è fatta: la vittima è in prigione,
i farabutti preparano un’altra azione.
A novembre la nave sta salpando per il confino.
La incrocia un pescatore, riconosce il concittadino,
grida: “Viva chi lotta e chi non si rassegna.
Evviva Lussu! Evviva la Sardegna!” |