IL paese dei voltagabbana  

testo e musica di Umberto Fiori e Pino Martini

L’onorevole Pietro Taldeitali
era l’antifascista più severo:
lui Mussolini
voleva farlo fuori.
Poi, dopo brevi tormenti interiori
è entrato nel suo primo Ministero.

Benvenuti al paese dei voltagabbana,
delle puttane vergini,
dei compromessi e degli asperges.
Noi teniamo famiglia.
Buoni, ma fessi no. Siamo pragmatici
come il paguro dentro la conchiglia.

“In politica tutti hanno una maschera”,
mi dice Pietro, “Ma in fondo quel che conta,
sai, è il pensiero.
Non è stato leggero
lasciare i miei amici: mi è costato.
L’ho fatto per il bene dello Stato”.

“Mi son chiesto: da duro oppositore
che scalcia e punta i piedi, sarò utile
o invece è meglio
che sfrutti il mio valore
per dare un contributo alla Nazione?
E ho preso la sofferta decisione”.

Benvenuti al paese dei voltagabbana,
delle puttane vergini,
dei compromessi e degli asperges.
Noi teniamo famiglia.
Buoni, ma fessi no. Siamo autoironici
come il moscone dentro la bottiglia.

“Coerenza… Ma coerenza è la realtà:
la rë-al-tà è sem-pre co-ë-rente”,
scandisce Pietro
con un sorriso scaltro.
“Del resto, se non lo facevo io
l’avrebbe certo fatto qualcun altro”.

Benvenuti al paese dei voltagabbana,
delle puttane vergini,
dei compromessi e degli asperges.
Noi teniamo famiglia.
Buoni, ma fessi no. Siamo flessibili
come l’anguilla dentro la fanghiglia.